giovedì 11 febbraio 2010

Sull'esigenza di una nuova offerta politica


“Il chimico francese – afferma il Capogruppo dei “Popolari Uniti” alla Regione - del XVIII secolo, “Antoine Lavoisier”, sosteneva che “in natura nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma”. Così credo accada in politica. Ciò che recepiamo o percepiamo come “nuovo” null’altro è che la proiezione fisiologica di idee, proposte, idealità, pensieri”. “Generare una nuova offerta politica – continua il Capogruppo Scaglione -, per il tramite dell’individuazione di un nuovo soggetto politico, è un desiderio legittimo in un Paese in cui la contesa politica e le aspirazioni di alternanza vengono mortificate dalla precarietà di un sistema elettorale che, di sicuro, non ci qualifica come democrazia moderna e che consente a bizzose, viziate e viziose fazioni di tenere in ostaggio una maggioranza. I cittadini, peraltro, non credono alla partecipazione in una democrazia che, archiviati i giorni nefasti della Prima Repubblica, non ha saputo innalzarsi ai livelli di un illuminato post-modernismo, cedendo, di fatto, alle lusinghe di un passato aberrato ma mai archiviato. Siamo l’Italia dell’Euro, del Trattato di Roma, del Trattato di Maastricht, del terzo millennio, dell’economia globale, del welfare, del mercato del lavoro flessibile, ma siamo anche, purtroppo, l’Italia disaffezionata, smarrita, dalla cultura politica insipida e melensa, dell’abitudinario e sistematico turbinio “gossip paro”, della classe dirigente scollata dal paese reale, della minaccia costante alla sacralità dello Stato di diritto, dell’abuso scurrile dell’immagine, del disuso diseducativo del valore, dove i prodromi di una società opulenta ci preannunciano un futuro infetto e contagioso”. “Sono lontani i tempi – afferma lucidamente Scaglione - in cui ogni individuo, seppur velatamente etero diretto, godeva di coscienza sociale e passione civile. Oggi è un nuovo tempo, dove partiti ed istituzioni sempre meno riescono a farsi portatori di esigenze collettive e di parte, dove le istanze della società civile sono asservite al sordomutismo di uno quadro partitico imbarbarito dal personalismo ed imbavagliato dal protagonismo. Che il Parlamento ritorni a rappresentare la società tutta e non le pulsioni elitarie di essa. Per il bene di una nuova democrazia, allora, è necessario che una nuova offerta politica si ponga in antitesi ed in posizione di forte rottura con gli schemi attuali, dotandosi di una decisa forza riformista e riformatrice, fedele alla tradizione moderata e popolare e che non ceda alle comode lusinghe della modernità.”

Nessun commento:

Posta un commento