giovedì 11 febbraio 2010

Scaglione su ipotetici nuovi fondi per la ricostruzione post-sisma 1980


Domenica 23 novembre 1980, ore 19.34: la terra trema. Una data indelebile che porta con sé ricordi, nitidi per alcuni, soffusi per altri, testimonianze, racconti, resoconti, inquietudine, turbamento, speranze attese e disattese. Un recente studio ci dice che in Italia dal 1905 ad oggi , esattamente dal terremoto di Nicastro, l’attuale Lamezia Terme, si sono avuti ben 38 terremoti e tutti superiori a magnitudo 4.3 della scala Richter . Le vittime sono state 170.460 e i danni economici dal solo 1968 ad oggi sono calcolabili in 50 miliardi di euro con un’incidenza annuale di 1 miliardo e 250 milioni di euro. Ventinove lunghi anni sono passati dal tragico sisma che colpì la Basilicata e l’Irpina: che Basilicata eravamo e che Basilicata siamo? Perché si parla ancora di ricostruzione in Basilicata? Prova a spiegarlo il Capogruppo dei “Popolari Uniti” in seno al Consiglio regionale, Luigi Scaglione. “L’evento calamitoso del 1980 – ricorda il Consigliere dei “Popolari Uniti” - scosse profondamente le coscienze, disarticolando modelli di vita abitudinaria ed incidendo sul già debole tessuto economico del popolo lucano. Le popolazioni, con alto senso di dignità, seppero soffrire ed adattarsi invocando la solidarietà statuale, che doveva essere la giusta molla propulsiva per l’intervento di una democrazia degna di un Paese civile. Scaturì una legislazione d’emergenza che fu il punto di riferimento per l’attuazione dei primi interventi, certamente non esaustivi a risollevare le popolazioni lucane dallo stato di disagio e di sofferenza imperante. Successivamente il Parlamento, articolando opportune proposte legislative, addivenne all’approvazione della Legge Quadro 219/81. Essa permise di articolare occasioni di ricostruzione, di rinascita, di crescita socio-economico-civile”. Poi il nulla, l’interruzione dell’erogazione dei fondi, il disimpegno statale paventato dagli Esecutivi recenti, giustificato forse con il parziale uso scorretto dei fondi della 219/81, peraltro non certo imputabile alla Basilicata. Ora, la notizia di ipotetici nuovi fondi per la ricostruzione che il Capogruppo dei “Popolari Uniti”, Luigi Scaglione, commenta così: “L’annuncio di ipotetici nuovi fondi per la ricostruzione in Basilicata, da inserire nel prossimo Dapef, rilancia il tema di difficoltà serie che i Comuni stanno affrontando in queste settimane per la chiusura della contabilità finale prevista dalla Legge 219 e dalla 32 e dalla legge regionale nunero 18 del 22.10.2007. In tale norma si chiede per la liquidazione del saldo finale (Art.15) di reperire le fatture risalenti agli anni precedenti. In una situazione così complessa – si chiede Scaglione – non è il caso di inviare agli uffici tecnici comunali, una circolare esplicativa che stabilisca un comune atto di indirizzo, convenendo così su un metodo per chi non è in condizione di presentare le fatture richieste?”. “ Il Caso – continua il Consigliere Scaglione - si presta a mille interpretazioni senza dimenticare che si chiede, oggi per allora, dichiarazioni riferite a lavori svolti negli anni passati. Anche di dieci o quindici anni fa. Un lasso di tempo decisamente un pò troppo lungo”. “Da qui – conclude Scaglione – l’invito a prendere atto della situazione, lavorando su un testo condiviso e indirizzando in sede di ridefinizione del provvedimento evocato i nuovi fondi per la ricostruzione, nonché correggendo procedure così farraginose e difficili da completare”.

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