giovedì 11 febbraio 2010

Approvazione Piear


E’ stato approvato, con venti voti favorevoli, dal Consiglio regionale di Basilicata, il “Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale” (Piear). Il Piano si presta a garantire una gestione sostenibile delle risorse energetiche, attraverso la razionalizzazione dell’intero comparto ed una politica programmatica che miri ad incentivare la riduzione dei consumi e favorisca le produzioni di energia da fonti rinnovabili. Il Piano prevede, entro il 2020, l’installazione complessiva di una potenza pari a circa 1500 MW, ripartita fra le diverse fonti energetiche (60 per cento eolico, 20 per cento solare termodinamico e fotovoltaico, 15 per cento biomasse, 5 per cento idroelettrico) con una produzione di energia elettrica corrispondente ad oltre 2000 GWH, che consentirà di raggiungere una sicura autosufficienza rispetto ai consumi regionali. Prevista, inoltre, la creazione di un “distretto energetico” in Val d’Agri, finalizzato principalmente all’insediamento di imprese innovative specializzate nella produzione di componenti di impianti e materiali del settore energetico, nonché di enti e soggetti capaci di svolgere ricerca ed alta formazione. Il Piear stabilisce anche il regime delle autorizzazioni, la cui procedura varia a seconda della potenza e della tipologia degli impianti. Il Piano stabilisce, altresì, che in Basilicata non si possono costruire impianti nucleari né depositi di scorie radioattive. Un passo importante per la Basilicata come spiega Luigi Scaglione, Capogruppo dei “Popolari Uniti in seno al Consiglio regionale: “La politica energetica regionale assume la scelta dell’ecoefficenza come strategia coerente con il sostegno e lo sviluppo della competitività dell’economia lucana fondata su un grande sforzo di investimento nell’innovazione tecnologica e nella ricerca. La scelta è quella di orientare il sistema energetico regionale alla riduzione della quantità di energia necessaria per continuare a garantire un futuro di benessere economico sociale e ambientale della Basilicata. Viene assunto l’obiettivo – prosegue il Consigliere Scaglione - di orientare il sistema energetico lucano verso l’autosufficienza sviluppando l’uso delle risorse energetiche locali rinnovabili e riducendo il grado di dipendenza dalle importazioni di fonti energetiche non rinnovabili. Il nuovo “Piano di Indirizzo Energetico” introduce compiutamente obiettivi di risparmio e miglioramento dell’efficienza introducendo esplicitamente una politica della domanda e superando l’impostazione in base alla quale gli scenari di evoluzione dei consumi energetici sono stati assunti fino a oggi come variabile indipendente. Abbiamo ribadito, poi, con forza e fermezza, che il “nucleare” non rientra nelle ipotesi di sviluppo energetico regionale e che sul territorio lucano non sarà realizzato nessuno deposito di scorie che accolga rifiuti nucleari provenienti da alcun parte d’Italia e del Mondo”.

Sulla privatizzazione del servizio idrico


Fino al 10 settembre 2009 la gestione del servizio idrico integrato in Italia era normata dal famigerato art. 23bis della Legge 133/2008 che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società mediante il ricorso a gara, facendo largo forzatamente all’ingresso di privati. Il 10 Settembre 2009 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge e il 19 Novembre la Camera dei Deputati lo ha convertito in Legge, il cui l’art. 15 - che ha modificato l’art. 23bis - muove passi ancor più decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici, prevedendo: l’affidamento della gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%; la cessazione degli affidamenti “in house” a società totalmente pubblica, controllate dai comuni (in essere alla data del 22 agosto 2008) alla data del 31 dicembre 2011 o la cessione del 40% del pacchetto azionario. Quale il pensiero i merito dei “Popolari Uniti”? “Un brutto colpo– spiega il Capogruppo dei “Popolari Uniti” in seno al Consiglio regionale Luigi Scaglione – approvato dal Consiglio dei Ministri sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali. Il Consiglio dei Ministri ha di fatto mandato in pensione cento anni di storia. L’acqua è in procinto di diventare l’oro del futuro e c’è chi pensa di guadagnarci sopra. Da qui la fretta di alcune grandi multinazionali per accaparrarsi i diritti di erogazione. Sarà proprio l’enormità dei costi, infatti, a falsare le gare. Senza certezza sul futuro – prosegue Scaglione – del servizio e con simili costi fissi, nessuna banca al mondo finanzierà le piccole imprese e così finiranno per vincere le grandi aziende quotate, capaci di autofinanziarsi e di imporsi semplicemente con la forza del nome.” Poi Scaglione passa ad un’acuta valutazione politica: “In realtà – sostiene il Capogruppo dei “Popolari Uniti” Scaglione – il provvedimento è frutto di una faticosa mediazione tutta interna alla maggioranza, in cui la Lega, come al solito, ha fatto la parte del leone. Il Carroccio, infatti, ha ottenuto che fossero esclusi i settori più “ricchi” dell’affare servizi: elettricità e gas. Troppo importanti le multi utility del nord. Purtroppo ci tocca constatare che il servizio idrico, in nome della sua essenzialità, sta diventando e diventerà, per colpa di scelte scellerate, la frontiera più estrema della speculazione finanziaria”. Ma esiste un modo per tentare di sfuggire a quest’ondata di privatizzazioni selvagge? La risposta affidata allo stesso Consigliere dei “Popolari Uniti” Luigi Scaglione che afferma:”Alcuni Comuni stanno già cambiando il loro Statuto in questa direzione: se l’acqua viene considerata “bene privo di rilevanza economica”, la gestione esce dall’ambito della normativa governativa ed il bene viene considerata per la sua rilevanza ambientale, sociale e culturale”.

Scaglione su ipotetici nuovi fondi per la ricostruzione post-sisma 1980


Domenica 23 novembre 1980, ore 19.34: la terra trema. Una data indelebile che porta con sé ricordi, nitidi per alcuni, soffusi per altri, testimonianze, racconti, resoconti, inquietudine, turbamento, speranze attese e disattese. Un recente studio ci dice che in Italia dal 1905 ad oggi , esattamente dal terremoto di Nicastro, l’attuale Lamezia Terme, si sono avuti ben 38 terremoti e tutti superiori a magnitudo 4.3 della scala Richter . Le vittime sono state 170.460 e i danni economici dal solo 1968 ad oggi sono calcolabili in 50 miliardi di euro con un’incidenza annuale di 1 miliardo e 250 milioni di euro. Ventinove lunghi anni sono passati dal tragico sisma che colpì la Basilicata e l’Irpina: che Basilicata eravamo e che Basilicata siamo? Perché si parla ancora di ricostruzione in Basilicata? Prova a spiegarlo il Capogruppo dei “Popolari Uniti” in seno al Consiglio regionale, Luigi Scaglione. “L’evento calamitoso del 1980 – ricorda il Consigliere dei “Popolari Uniti” - scosse profondamente le coscienze, disarticolando modelli di vita abitudinaria ed incidendo sul già debole tessuto economico del popolo lucano. Le popolazioni, con alto senso di dignità, seppero soffrire ed adattarsi invocando la solidarietà statuale, che doveva essere la giusta molla propulsiva per l’intervento di una democrazia degna di un Paese civile. Scaturì una legislazione d’emergenza che fu il punto di riferimento per l’attuazione dei primi interventi, certamente non esaustivi a risollevare le popolazioni lucane dallo stato di disagio e di sofferenza imperante. Successivamente il Parlamento, articolando opportune proposte legislative, addivenne all’approvazione della Legge Quadro 219/81. Essa permise di articolare occasioni di ricostruzione, di rinascita, di crescita socio-economico-civile”. Poi il nulla, l’interruzione dell’erogazione dei fondi, il disimpegno statale paventato dagli Esecutivi recenti, giustificato forse con il parziale uso scorretto dei fondi della 219/81, peraltro non certo imputabile alla Basilicata. Ora, la notizia di ipotetici nuovi fondi per la ricostruzione che il Capogruppo dei “Popolari Uniti”, Luigi Scaglione, commenta così: “L’annuncio di ipotetici nuovi fondi per la ricostruzione in Basilicata, da inserire nel prossimo Dapef, rilancia il tema di difficoltà serie che i Comuni stanno affrontando in queste settimane per la chiusura della contabilità finale prevista dalla Legge 219 e dalla 32 e dalla legge regionale nunero 18 del 22.10.2007. In tale norma si chiede per la liquidazione del saldo finale (Art.15) di reperire le fatture risalenti agli anni precedenti. In una situazione così complessa – si chiede Scaglione – non è il caso di inviare agli uffici tecnici comunali, una circolare esplicativa che stabilisca un comune atto di indirizzo, convenendo così su un metodo per chi non è in condizione di presentare le fatture richieste?”. “ Il Caso – continua il Consigliere Scaglione - si presta a mille interpretazioni senza dimenticare che si chiede, oggi per allora, dichiarazioni riferite a lavori svolti negli anni passati. Anche di dieci o quindici anni fa. Un lasso di tempo decisamente un pò troppo lungo”. “Da qui – conclude Scaglione – l’invito a prendere atto della situazione, lavorando su un testo condiviso e indirizzando in sede di ridefinizione del provvedimento evocato i nuovi fondi per la ricostruzione, nonché correggendo procedure così farraginose e difficili da completare”.

Incontro su agevolazioni tributarie alle Associazioni non Commerciali


Si è parlato di agevolazioni fiscali e tributaria a favore delle Associazioni sportive, e degli Enti associativi di natura non commerciale in genere, di Basilicata in un incontro divulgativo tenutosi presso la “Sala A” del Consiglio Regionale. Il dibattito, svoltosi su iniziativa del Gruppo consiliare dei “Popolari Uniti”, ha visto la partecipazione di Luigi Scaglione, Presidente del Gruppo consiliare dei “Popolari Uniti” e componente della IV Commissione regionale, Francesco Di Biase, Vicepresidente dell’Agenzia delle Entrate di Basilicata, Michele Gioioso, sempre dell’Agenzia delle Entrate di Basilicata, e Sandrino Caffaro, Presidente regionale del Centro Sportivo Educativo Nazionale. Un incontro di natura tecnica e di supporto tecnico dove i presenti hanno potuto conoscere i requisiti soggettivi per fruire del regime agevolato applicato alle Associazioni assoggettate alla disciplina generale degli Enti non commerciali. L’articolo 30, comma 1, del Decreto Legge 29 Novembre 2008, numero 185, convertito, con modificazioni, dalla Legge 28 Gennaio 2009, numero 2, infatti, prevede che i corrispettivi, le quote ed i contributi di cui all’articolo 148 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (Tuir), non sono imponibili a condizione che gli Enti associativi siano in possesso dei requisiti qualificanti previsti dalla normativa tributaria e che trasmettano, per via telematica ed entro il 15 Dicembre, all’Agenzia delle Entrate il “Modello per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini fiscali da parte degli Enti associativi”. Intento dell’Agenzia delle Entrate quello di reprimere forme di violazioni e di abusi, valorizzare e “premiare” le Associazioni che genuinamente operano in Basilicata in nome della promozione sociale, del progresso civile e per cui la non commercialità rappresenta un criterio oggettivo, effettivo e non aleatorio. A fare gli onori di casa il Capogruppo dei “Popolari Uniti” in seno al Consiglio regionale, Luigi Scaglione, che ha ribadito come “meritorio sia stato l’impegno e gli sforzi profusi dal Consiglio regionale di Basilicata in termini di individuazione di politiche rivolte al sostegno, alla promozione ed allo sviluppo dell’associazionismo”. “L’erogazione di fondi da parte della Regione Basilicata – ha sostenuto Scaglione -, reperiti dai proventi derivanti dall’attività estrattiva in Basilicata, ha rappresentato e rappresenta non solo un mero esercizio di sostegno o di sostentamento economico ma un incentivo alla formazione di una coscienza associativa. Il Consiglio regionale di Basilicata, infatti, ha inteso in tal modo valorizzare il ruolo associativo, partecipativo, solidaristico della comunità lucana”.

Sull'esigenza di una nuova offerta politica


“Il chimico francese – afferma il Capogruppo dei “Popolari Uniti” alla Regione - del XVIII secolo, “Antoine Lavoisier”, sosteneva che “in natura nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma”. Così credo accada in politica. Ciò che recepiamo o percepiamo come “nuovo” null’altro è che la proiezione fisiologica di idee, proposte, idealità, pensieri”. “Generare una nuova offerta politica – continua il Capogruppo Scaglione -, per il tramite dell’individuazione di un nuovo soggetto politico, è un desiderio legittimo in un Paese in cui la contesa politica e le aspirazioni di alternanza vengono mortificate dalla precarietà di un sistema elettorale che, di sicuro, non ci qualifica come democrazia moderna e che consente a bizzose, viziate e viziose fazioni di tenere in ostaggio una maggioranza. I cittadini, peraltro, non credono alla partecipazione in una democrazia che, archiviati i giorni nefasti della Prima Repubblica, non ha saputo innalzarsi ai livelli di un illuminato post-modernismo, cedendo, di fatto, alle lusinghe di un passato aberrato ma mai archiviato. Siamo l’Italia dell’Euro, del Trattato di Roma, del Trattato di Maastricht, del terzo millennio, dell’economia globale, del welfare, del mercato del lavoro flessibile, ma siamo anche, purtroppo, l’Italia disaffezionata, smarrita, dalla cultura politica insipida e melensa, dell’abitudinario e sistematico turbinio “gossip paro”, della classe dirigente scollata dal paese reale, della minaccia costante alla sacralità dello Stato di diritto, dell’abuso scurrile dell’immagine, del disuso diseducativo del valore, dove i prodromi di una società opulenta ci preannunciano un futuro infetto e contagioso”. “Sono lontani i tempi – afferma lucidamente Scaglione - in cui ogni individuo, seppur velatamente etero diretto, godeva di coscienza sociale e passione civile. Oggi è un nuovo tempo, dove partiti ed istituzioni sempre meno riescono a farsi portatori di esigenze collettive e di parte, dove le istanze della società civile sono asservite al sordomutismo di uno quadro partitico imbarbarito dal personalismo ed imbavagliato dal protagonismo. Che il Parlamento ritorni a rappresentare la società tutta e non le pulsioni elitarie di essa. Per il bene di una nuova democrazia, allora, è necessario che una nuova offerta politica si ponga in antitesi ed in posizione di forte rottura con gli schemi attuali, dotandosi di una decisa forza riformista e riformatrice, fedele alla tradizione moderata e popolare e che non ceda alle comode lusinghe della modernità.”

lunedì 8 febbraio 2010

Scaglione su mobilità sostenibile e trasporti

In questi ultimi quindici anni abbiamo assistito a profondi cambiamenti delle nostre società, delle nostre economie e delle nostre culture. In questo contesto di sfide locali e globali e dello sviluppo senza precedenti dell’urbanizzazione bisogna che Enti locali e territoriali individuino nuove strategie per la formazione di una nuova cultura di vita urbana. A tal proposito, come afferma il Presidente del gruppo “Popolari Uniti” in seno al Consiglio regionale e Segretario Cittadino del Partito centrista, Luigi Scaglione, “l’aspetto dei trasporti diventa preminente ed i suoi elementi caratterizzanti e basilari, quali efficienza, sicurezza, sostenibilità, diventano fondamentali. Sono questi, infatti, i requisiti che consentono di migliorare la qualità della vita dei cittadini in riferimento ad una delle funzioni fondamentali, quella del muoversi dai luoghi di residenza a quelli di lavoro, di servizio, di studio, di svago e così via. E sono sempre questi – prosegue Scaglione - i requisiti essenziali affinché le imprese possano assicurare la circolazione delle merci in condizioni di economicità di gestione, di sicurezza del lavoro e di rispetto dell’ambiente. Infatti è la mobilità, intesa come esigenza di muoversi nello spazio delle persone e delle cose, la categoria che determina da parte di cittadini e imprese la domanda di servizi di trasporto che chiede di essere soddisfatta. Ed è la mobilità, intesa come capacità di muoversi nello spazio delle persone e delle cose la categoria sulla quale va costruita da parte dei diversi operatori l’offerta di servizi in grado di soddisfarla.” Ma come deve collegarsi una tale pianificazione con le suscettività paesaggistiche e territoriali, preservando la qualità ambientale? In merito a tale interrogativo il Presidente dei “Popolari Uniti” ha le idee molto chiare. “Il secondo riferimento essenziale – spiega Scaglione - per una corretta pianificazione della mobilità e dei trasporti è costituito dalla stretta connessione che questa deve mantenere con la politica del territorio nelle sue diverse componenti: insediativa, ambientale, paesaggistica. La storia delle trasformazioni del territorio in Italia mostra, spesso, con evidente crudezza, i segni dell’assenza di una visione di alto profilo e di lungo periodo circa le modalità con cui quelle trasformazioni sarebbero dovute avvenire. Ne sono testimonianze le profonde lacerazioni prodotte nell’ambiente naturale; il diffuso degrado del patrimonio insediativo storico; l’urbanizzazione incontrollata delle grandi aree urbane; gli sfregi prodotti dall’abusivismo di ogni tipo; l’abbandono dei centri minori; la congestione della circolazione all’interno dei centri urbani; il progressivo ingolfamento delle arterie di grande comunicazione. All’interno di questo quadro generale credo che gli Enti locali e territoriali debbano chiedersi se sia possibile e in che modo interrompere questo circuito perverso trascinatosi fino ai nostri giorni, per innescare un processo virtuoso teso alla riqualificazione degli insediamenti, alla tutela degli ambienti naturali, all’efficienza delle reti di collegamento, alla qualità dei servizi alla popolazione e alle imprese”. “La Città di Potenza, – ricorda il segretario Cittadino dei “Popolari Uniti” Scaglione – nello specifico ha adottato un Piano Urbano della Mobilità con l’obiettivo di introdurre forme di perequazione nell’accessibilità urbana e “internalizzare” i costi esterni del trasporto (incidentalità, inquinamento, congestione, degrado accelerato delle infrastrutture e, più in generale dello spazio urbano) premiando comportamenti virtuosi, senza ledere la libertà e il diritto alla mobilità dei cittadini. Il PUM propone uno scenario di riassetto strategico della mobilità urbana della città di Potenza che tenga conto della dimensione metropolitana del capoluogo regionale (PUM di area vasta) che sempre più si propone nella veste di polo di commutazione per l’accesso al territorio. Si tratta di un Piano che si propone come strumento di servizio reso alla collettività nel rispetto di una mobilità sostenibile”.

Lo Sport rincorre il benessere vero

Lo sport rincorre il benessere vero. Si parlerà di sport e salute a Laurenzana, domenica 22 novembre, in un dibattito che vedrà la partecipazione tra gli altri del Presidente del Gruppo Misto “Popolari Uniti” in seno al Consiglio Regionale, Luigi Scaglione, e dell’Assessore Regionale alla Salute, Antonio Potenza. “Mens sana in corpore sano” asseriva Giovenale. Proposito del poeta era quello di spiegare come e quanto l’uomo dovrebbe aspirare soltanto a due beni precipui: la sanità dell’anima, e quindi della mente, e la salute del corpo. E’ fondamentale capire, oggi che paradossalmente imperano i malanni da società indolente del benessere, quanto lo sport e le pratiche sportive siano in grado di migliorare la nostra salute ed il nostro equilibrio psico-fisico. E’generalmente riconosciuto che lo sport, oltre all’ aspetto ludico- ricreativo, al coinvolgimento emotivo ed all’integrazione-aggregazione sociale, ricopre notevoli compiti di protezione e produce fondamentali vantaggi salutistici. “La Regione Basilicata – sostiene il Consigliere dei “Popolari Uniti” Scaglione -, riconoscendo la valenza sociale delle attività sportive, ha sempre cercato di promuovere lo sviluppo e la pratica dello sport a vari livelli, manifestando la propria volontà di favorire la pratica delle attività motorie sportivo-ricreative sotto il profilo della funzione sociale, della educazione e della formazione della persona, della prevenzione di malattie e disturbi fisici e della tutela della salute dei cittadini, dello sviluppo delle relazioni sociali, del miglioramento degli stili di vita e del conseguente impulso all'economia”. Lo sport, dunque, momento di condivisione comunitaria, di presa di coscienza di sé e dell’altro ma anche motivo di miglioramento delle nostra aspettative di vita. Un’indagine di non molto tempo fa di Ageing Society, un Osservatorio interdisciplinare che studia i mutamenti della società, infatti, ha evidenziato come il 70,4% delle persone componenti un campione intervistato sia propenso a pensare che mangiando poco e facendo attività fisica e mentale si possa continuare ad avere una qualità di vita soddisfacente nonostante l'avanzare dell'età.

Mobilità e qualità della vita

Molti gli spunti di riflessione raccolti a margine dell’assemblea pubblica che ha visto il Comitato Cittadino di dei “Popolari Uniti” dibattere sul tema della necessità di individuare una strategia di rilancio e di ottimizzazione della mobilità viaria e di trasporto, urbana ed interurbana. Tutti concordi nel ritenere che la mobilità di trasporto nelle città oltre ad essere un’esigenza dettata da diverse motivazioni (lavoro, scuola, attività ricreative) può diventare un elemento di miglioramento della qualità della vita, se supportata da infrastrutture funzionali, da una gestione oculata delle diverse categorie veicolari e con un occhio attento alle prestazioni in termini di funzionalità e di sicurezza offerte a tutti gli utenti. Il Segretario Cittadino dei “Popolari Uniti”, Luigi Scaglione, osserva che: “Le grandi città europee da tempo hanno acquisito una fisionomia in cui le diverse infrastrutture viarie (stradali, ferroviarie, aeroportuali e intermodali) sono integrate tra loro e con il territorio. In Italia, e soprattutto nel Mezzogiorno, si è ancora lontani dagli esempi delle grandi metropoli europee. Tuttavia qualcosa si sta muovendo e gli indirizzi programmatici a vario livello (regionale, provinciale, comunale) si stanno orientando verso indirizzi sempre più coerenti con una mobilità trasportistica sempre più legata alle esigenze di vivibilità della collettività intera. Anche la nostra città sta cercando di adeguarsi a queste esigenze e, se le opere programmate venissero realizzate in toto, con solerzia e celerità, il volto di Potenza potrebbe assumere, in tempi non lontani, i connotati di un territorio più a misura dei cittadini e con condizioni di fruibilità delle infrastrutture nettamente migliori di quelle attuali, alle quali si unirebbero maggiori servizi pubblici e una migliore qualità dell’ambiente nel senso più ampio del termine.” Tutto ciò inevitabilmente si inserisce in un quadro più generale che deve rispondere all’esigenza di miglioramento delle condizione di vita dei cittadini ed alla maggiore fruibilità di infrastrutture, spazi e servizi. “Tutto ciò – spiega Scaglione – nella convinzione che il territorio deve andare incontro ai bisogni dei cittadini, dell’individuo ed ai mutamenti degli stessi e non viceversa. L’impegno dei “Popolari Uniti” va nella direzione di una politica di servizio resa al cittadino in nome dell’intangibilità della costruzione credibile di risposte ai bisogni pressanti della comunità e della individuazione di quelle politiche di sostegno e di sostenibilità che possano migliorare la qualità della vita dei cittadini”.

Mobilità o immobilità urbana?

Il Comitato Cittadino dei “Popolari Uniti” ha discusso, dinanzi ad un nutrito uditorio intervenuto presso la sala “Principe di Piemonte”, di mobilità ed immobilità urbana comprensoriale e regionale. Tangenziale, Mediana, Fondovalle Metropolitana, Scale Mobili, come “strade” orientate verso lo sviluppo ed il progresso della trasformazione viaria urbana e non solo da realizzare concretamente e su cui investire per ottimizzare la fruibilità dei servizi nella città capoluogo. La manifestazione si è arricchita degli accreditati interventi di esponenti del settore della mobilità e dei trasporti. Tutti concordi nel ritenere indispensabile una strategia programmatica di un assetto viario, legato alla mobilità ed ai trasporti, pensata in maniera tale da rispondere a tutti i crismi di efficienza e di efficacia. Dare respiro alla progettazione, in termini politici, dare impulso alla pianificazione, circoscrivere gli investimenti ed operare per modernità, gli imperativi categorici dei Popolari Uniti per una città capoluogo che con il mutare e l’evolversi del tempo deve necessariamente rivedere anche i propri spazi. Chiaro in questo senso il Segretario Cittadino dei “Popolari Uniti”, Luigi Scaglione, che ha sostenuto: “Bisogna guardare con interesse, dinamismo ed impegno alla grande trasformazione che sul piano viario sta avendo la città capoluogo. O meglio, cerca di avere, partendo dalla mole di investimenti che in questi ultimi anni hanno posto al centro dell’attenzione, la criticità di un sistema viario urbano, troppe volte individuato come protagonista di paralisi, ritardi, ingorghi che finiscono con il pesare sulla qualità della vita cittadina. Ma spesso, ci si dimentica che siamo in presenza di una città che svolge funzioni di servizio ed ogni giorno risponde ai bisogni di un intero territorio regionale. Gli investimenti però – sottolinea Scaglione - tardano a dare i loro frutti, le risorse a favore della viabilità e di una mobilità strategica in entrata ed in uscita si fanno sempre più esigue. Occorre, dunque, prestarsi ad un’analisi completa ed approfondita dei progetti in essere e di quello che verrà in futuro, magari ripensando alla progettazione infrastrutturale viaria urbana come ad un’occasione per creare i connotati di un territorio più a misura dei cittadini e con condizioni di fruibilità delle infrastrutture nettamente migliori di quelle attuali.”

Il Terzo Settore dallo spontaneismo alla progettualità

Il Terzo settore sempre più contenitore di risposte alle continue ed incessanti esigenze sociali e comunitarie. Questo uno dei temi, di profondo richiamo socio – culturale, che il Capogruppo dei “Popolari Uniti” in seno al Consiglio Regionale, Luigi Scaglione, ha affrontato durante la festa del Partito a Lauria. Un settore, quello del volontariato no profit, che ben interpreta anche la mission dell’impegno a connotazione cattolica e popolare in politica. I principi di solidarismo sociale, di solidarietà, di sussidiarietà, di implementazione di progetti di inclusione sociale, rappresentano i capisaldi di quella politica di servizio da sempre perseguita dai “Popolari Uniti”. “La nostra idea del Terzo settore – spiega il Capogruppo Scaglione – è quella di un settore che, in ragione di una costante e preponderante espansione, deve svestirsi del proprio carattere votato allo spontaneismo per prestarsi ad un ripensamento volto alla progettualità. La realtà lucana è intessuta di storie che raccontano disagi, emarginazione, spesso indigenza, precarietà. Bisogna cambiare il corso di queste storie con un nuovo modello di welfare, meno votato al mero assistenzialismo e maggiormente ispirato ad una logica di individuazione di strategie di rilancio sociale ed umano. In questo senso il Terzo settore lucano è fortemente indicativo di come ciò possa avvenire.” Un pensiero, quello dei Popolari Uniti, improntato agli insegnamenti cristiani ed alla spasmodica ricerca di soluzioni permeate dalla necessità di onorare il nobile principio di sussidiarietà. Secondo Scaglione,”parlare del principio di sussidiarietà, ovvero la concezione sociale che può consentire il passaggio dal welfare state alla welfare society attraverso il fondamentale contributo del non profit, significa porre al centro dell'azione sociale, economica e politica un soggetto umano, dotato di un desiderio di bene, che è personale e collettivo allo stesso tempo, e teso a vivere relazioni finalizzate a realizzare tale bene.” Presupposto della sussidiarietà è, dunque, una concezione antropologica positiva e l’atteggiamento di fiducia che da essa deriva.