I 150 Anni dell’Unità d’Italia
SCAGLIONE su Consiglio Regionale solenne e le polemiche:
La Patria (la nostra regione) bene o male. Nel bene e nel male.
Ci sono accadimenti, storie, vite vissute che sono da esempio per tutti.
Siano essi di destra, di centro, di sinistra o leghisti antimeridionali.
Ci sono date e ricorrenze che uniscono per forza. Comunque e a prescindere.
Ci sono accadimenti, storie, vite vissute che sono da esempio per tutti. Siano essi di destra, di centro, di sinistra o leghisti antimeridionali.
Ci sono poi uomini che lavorano per dividere, separare, contrapporre, comunque ed a prescindere.
Eppure la storia è maestra di vita, la storia dei vinti e quella dei vincitori e in Basilicata, quella storia, l’hanno già scritta i tanti che in 150 anni hanno garantito la libertà e la democrazia di cui oggi godiamo, ma di cui dobbiamo forse evitare di abusare e darla per scontata, acquisita.
E la polemica politica che ha preceduto la convocazione del Consiglio regionale solenne, sinceramente ci amareggia perché lascia passare il messaggio di chi vuole ergersi a paladino di una idea contro un’altra, comunque ed a prescindere, da quello che invece la storia ci ha insegnato.
E i fatti, gli accadimenti, gli episodi, non possono essere mistificati. Sono quelli e basta. Poi ognuno può leggerci dietro quello che vuole, ma i fatti restano.
In un libro di Fruttero e Gramellini, “La Patria, bene o male”, 150 date raccontano anche in maniera diversa i 150 anni della nostra storia unita.
I fatti sono quelli, da quelli non si prescinde.
Il 25 Luglio del 1864, per esempio, Carmine Crocco, il brigante tradito dai Borboni e considerato traditore, pur essendo il generalissimo della Resistenza ma che con la sua banda semina terrore dalla Basilicata alla Calabria, viene snidato e arrestato sull’Aspromonte. E già il Generale Massimo D’Azeglio si chiedeva: “Ma i meridionali ci vogliono o no? Io so che di qua dal Tronto non ci servono 60 battaglioni, mentre di là si. E pare che non bastino”. Anche l’Italia ha avuto il suo Afghanistan.
Il 25 Giugno 1873 è il giorno sempre rimpianto dagli italiani per bene, in cui Quintino Sella si congeda dalla sua creatura prediletta: Il Ministero delle Finanze. L’uomo che blocca le spese pazze, che invoca il pareggio di bilancio e Roma capitale, alla fine viene mandato via e al suo posto arriva un giovane da lui forgiato dal nome di Giovanni Giolitti.
Solo alcune date, quelle che per il nostro Sud e la nostra Regione hanno significato qualcosa, ma che nel solco del Paese unito, nel bene e nel male, dovrebbero suonare come richiamo alla vera unità.
Date come quella del 17 Novembre 1878, in cui un giovane lucano, Giovanni Passannante ferisce di striscio Re Umberto I e che per il suo gesto diventerà cavia da studio del Lombroso e farà cambiare la geografia del suo paese natale: da Salvia a Savoia.
O date tragiche, come quella del 23 Novembre 1980 preceduta dall’avvenimento del terremoto in Friuli del 6 Maggio 1976. Date storiche che hanno segnato e segnano la storia della nostra regione, del nostro Paese, con quella volontà di essere protagonisti di un disegno unitario aperto ben prima dell’avvento di Garibaldi, con i moti di Corleto Perticara e di Potenza dell’agosto 1860.
Ecco, di queste date, di queste storie, ce ne sono tante che un qualunque storico, onesto ed integerrimo, qualificato ed autorevole come è Giampaolo D’Andrea ma come lo sono ovviamente anche altri, non hanno mai avuto difficoltà a raccontare comunque ed a prescindere dalla loro appartenenza politica. Ma con il solo spirito e la sola unica voglia, di unire e condividere, costruire una vera solidarietà regionale e nazionale affinché nel futuro resti ed emerga questo dato su tutti quelli che invece sembrano voler segnare una divisione frutto di meno nobili interessi ideologici. Come hanno ben mostrano di fare quei Comuni che hanno aderito all’invito del Presidente De Filippo di intitolare strade o piazze alla ricorrenza di questi giorni e di come un disegno di legge da me proposto e già votato all’unanimità in Commissione pensa di fare per ripristinare cippi e lapidi in onore degli eroi lucani dell’Unità d’Italia.
Un’occasione che non possiamo e non dovevamo perdere e per la quale tutti devono sentirsi partecipi ed attivi, tanto da condividere subito anche la originaria proposta del Presidente del Consiglio regionale, Folino.
Le istituzioni ed i suoi principi non vanno mai messi in discussione.
La Patria (la nostra regione aggiungerei) bene o male. Nel bene e nel male.
Consigliere Segretario
Luigi Scaglione
Potenza 16 Marzo 2011
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