“La rappresentazione fatta dal presidente De Filippo – dice Scaglione - nel corso della conferenza stampa di questa mattina, non ci convince. La dinamica che sottende ad una dimostrazione di forza e di autonomia, più volte evocata, non trova conferma negli atti e nei fatti. La scelta a metà tra tecnicismo e capacità politica dei componenti la Giunta regionale è offensiva dell’intelligenza dei lucani che lo hanno votato e ci hanno votato e non può una dichiarazione di intenti dimostrare il contrario. La stessa ricostruzione degli avvenimenti accaduti nelle ultime 48 ore insieme al cambio in corsa di un assessore che riportasse in quota maggioranza un altro partito della coalizione di centro-sinistra, sembra un imbarazzante tentativo di colmare il vuoto di dialogo che ha segnato profondamente i rapporti politici dopo il successo elettorale del 28 e 29 Marzo. Si badi bene, non si discute, se non nei fatti e negli atti che in Consiglio dovranno trovare corretta disamina amministrativa, l’azione o le prospettive dei nuovi assessori regionali, si mette invece in evidenza il senso di scelte barattate come coinvolgimento di esponenti della società civile; soggetti che in più occasioni hanno minacciato di scendere in campo in politica, avviato contatti e costruito anche progetti alternativi a quelli del centro-sinistra (e non è solo un caso quello che si cita) ed a cui sembra evidente che si paghi il prezzo di tale nuova condivisione fulminati sulla via di Damasco”.
“E’ un bene però – aggiunge Scaglione - che la società civile si sporchi le mani, scendendo nell’agone politico finendo di pontificare o immaginare una nuova prospettiva sociale dove la politica viene emarginata perché una nuova politica s’avanza al sol scopo di mostrare un volto alternativo a tutti i costi. E in questa direzione ci aspettiamo azioni ed innovazioni che riportino l’agenda della politica che rappresenta la società lucana a ripercorrere le tappe non di un movimentismo sfrenato, ma di una condivisione di scelte. Quelle scelte che De Filippo ha propugnato negli anni scorsi e che proprio taluni protagonisti del nuovo corso (pensiamo anche anche al ruolo di forze politiche e non solo di organizzazioni di categoria) hanno ostacolato e osteggiato a differenza di chi come noi ne ha saputo cogliere il senso. Cos’è questo? Il prezzo da pagare? Oppure la sconfessione del principio che la coerenza conta più del trasformismo? Questa è la cosiddetta società civile verso cui la politica della ‘trimurti’ – conclude Scaglione - ha voluto condurre il presidente De Filippo, facendo prevalere solo la logica della ‘distruzione’ e non quella della ‘creazione’ e della ‘conservazione’?”.
Fonte: Basilicatanet - 23.04.2010
venerdì 23 aprile 2010
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